Una temperatura esterna più calda è associata a peggiore stato cognitivo nella sclerosi multipla
I pazienti affetti da sclerosi multipla hanno maggiori riacutizzazioni cliniche e attività delle lesioni T2 durante la stagione più calda.
Uno studio ha cercato di chiarire se la temperatura esterna fosse correlata allo stato cognitivo tra i pazienti con sclerosi multipla ( analisi trasversale ) e se lo stato cognitivo, in questi pazienti, variasse al variare della temperatura esterna ( analisi longitudinale ).
Per l'analisi trasversale, 40 pazienti con sclerosi multipla e 40 controlli sani sono stati reclutati nel corso dell'anno.
Lo stato cognitivo ( velocità di elaborazione, memoria ) e la temperatura esterna sono stati registrati nella giornata di test.
Per l'analisi longitudinale, lo stato cognitivo e lo stato della temperatura esterna sono stati registrati al basale e a 6 mesi di follow-up in un campione separato di 45 pazienti con sclerosi multipla.
E' stata calcolata la correlazione parziale tra temperatura e stato cognitivo al follow-up, controllando per la temperatura e lo stato cognitivo basale ( cioè, se le variazioni di temperatura fossero state correlate ai cambiamenti cognitivi in pazienti con sclerosi multipla ).
I risultati ottenuti hanno mostrato che, trasversalmente, una temperatura più mite era collegata a uno stato cognitivo peggiore in pazienti con sclerosi multipla ( rp= -0.45, p=0.006 ) e non nei controlli sani ( rp=0.00, p=0.984 ).
Longitudinalmente, l'aumento della temperatura esterna dal basale al follow-up era correlata a una riduzione dello stato cognitivo in pazienti con sclerosi multipla ( rp= -0.39, p=0.010 ).
In conclusione, lo stato cognitivo nei pazienti con sclerosi multipla è risultato peggiore nei giorni più caldi, in linea con un collegamento precedentemente stabilito tra il calore e l'attività della lesione.
Questi risultati hanno implicazioni per la pianificazione della sperimentazione clinica, per il trattamento, lo stile di vita e le decisioni da prendere.
E' da considerare lo stato cognitivo come un potenziale marker di esacerbazioni quiescenti. ( Xagena2012 )
Leavitt VM et al, Neurology 2012; 78: 964-968
Neuro2012